Custodi della natura

Heloan Tor

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    -HeloaN-
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    Utente Junior
    00 26/05/2010 20:26
    Heloan Tor

    Allineamento:Neutrale Buono

    Razza:Centauri

    <Desidero entrare a far parte dei custodi della natura poichè essa è l'unico affetto che per anni e anni mi ha nutrito e accolto fra le sue braccia.Penso che per me sia giunto il momento di ricambiare il favore e servirla come guerriero.>

    BG:
    Le mani mi fanno male,stringo troppo forte la lancia;L’acre odore del sangue mi giunge alle narici assieme all’odore di cadaveri;ora anche il sapore del sangue giunge alla mia bocca,mi accorgo di essermi morso la lingua durante la carica.Si è formato talmente tanto sangue che sono costretto a sputare.Un rivolo di sangue continua a scendermi comunque da sotto il pesante elmo di cuoio placcato di bronzo.Scende fino all’armatura lamellare,un tempo bianca,ora scurita dalla terra la polvere e il sangue. Sento un urlo dalla mischia dei miei compagni.Dicono di alzare gli scudi.In breve tempo una pioggia di frecce si abbatte sulla mischia.Il colpo mi affatica ancora di più e sono costretto ad uscire da quella che una volta era una formazione a cuneo per dirigermi a difendere il fianco agli arceri.Abbatto un nemico,due,tre..ormai ho perso il conto di tutti gli elmi che ho fatto cadere.Ho tagliato teste,braccia,e quelle dannate orecchie a punta con la mia falcata.Ecco che un gruppo di arceri invoca il mio aiuto.<Tor!Tor!> mi urlano,invocano il mio soprannome per difendersi dalla cavalleria nemica.Mi pongo davanti a quattro cavalieri dando manforte a altri centauri che proteggono il fianco attaccato. Abbatto altri soldati.Poi comincio a cavalcare verso nord di nuovo contro la mischia nemica.Vedo un gruppo di cinque centauri cadere in un gran polverone,poi un altro,sento anche dei tonfi anche se la mia vista e il mio udito sono attenuati dal rumore metallico delle spade che si scontrano.Una freccia si conficca ancora nel mio scudo,sono stato fortunato.Poi vedo una macchia nera che si avvicina a me,dall’alto,si abbatte circa dieci metri dietro di me.D’un tratto capisco ciò che accade..Sento urla dei compagni vicino a me.L’elmo mi attenua la vista che è già offuscata dalla polvere.Tolgo l’elmo e lo getto verso un arciere che corre verso di me.Questo mi da il tempo di prendere la mira con il mio giavellotto.Lo stringo saldo nella mano destra,piego il bicipite andando in dietro col braccio.Chiudo un occhio per mirare meglio e scaglio.Il nemico cade abbattuto,colpito al plesso solare.Ad un tratto sono colpito in pieno costato da una mazza di legno.Fortunatamente la mia corazza impedisce alle borchie di rompermi le ossa. Mi rialzo in fretta facendo leva sugli zoccoli e su tutte le gambe.Estraggo ancora una volta la mia falcata e attacco con un urlo il nemico.E’ su un possente cavallo nero.Con lo scudo blocco un altro colpo del nemico.L’impatto però è forte e sento un dolore forte al braccio.Lo scudo mi cade,mentre io urlo di doloro e meno un roverso sgualembrato al collo,unico punto libero della corazza del nemico.Che cade a terra con l’arteria recisa.Un rivolo di sangue mi scende dalla bocca,probabilmente ancora per la mazzata di prima sul costato.Ritorno a cavalcare verso la mischia ma sento un sibilo al vento e poi un tonfo,a pochi metri da me.Perdo conoscenza,gli occhi mi si chiudono mentre muovo le braccia nel tentativo di rialzarmi dal volo che ho fatto.La polvere mi brucia negli occhi.Mi abbandono al dolore e cado,sbattendo il mento sul terreno sabbioso.
    Mi torna alla mente la mia vita..

    Sono nato in una terra a nord.Una terra che è meglio non nominare.Una terra ricca e fertile,troppo secondo gli invasori,per una tribù pacifica come noi.Io tuttavia non ero di lì,ero diverso dagli altri centauri che erano tutti biondi,al massimo castani,io ero più scuro degli altri e di un castano chiaro.Mia madre era un umana di nome evelin,bella e con i capelli di un scurissimo castano,rasente quasi il nero.con la pelle chiara,anche se spesso abbronzata dal sole,aveva due begli occhi color nocciola ed era alta,per essere una donna umana. mentre mio padre,che non ho mai conosciuto,è un centauro,almeno così mi è stato raccontato..Gli invasori dichiararono guerra alla nostra tribù e attaccarono il nostro villaggio.Ovviamente nonostante fossimo una tribù pacifica facemmo ricorso alle armi,perfino i più giovani come me dovevano avere una spada in mano e combattere per l’incolumità della tribù.Siamo arrivati persino a sconfiggere i nemici in una sanguinosissima battaglia,ma per quanto fossimo forti eravamo in pochi,e i nemici esaurivano le loro tesoriere per acquistare nuovi mercenari da mandarci contro.Poi abbiamo affrontato ancora una volta il nemico anche se però la nostra fine era ormai certa.Più volte ho combattuto nella protezione dei fianchi delle formazioni di cavalleria leggera,per questo mi chiamavano “Tor”che nella lingua da dove vengo io vuole dire “Roccaforte,o torrione come volete chiamarla”.Mi sento chiamare ancora,quasi urlano il mio nome..

    Apro gli occhi,sento urla e rumori di spade che tintinnano vicino a me,nulla è cambiato,apparte la luce che si è attenuata sempre più,ormai è il tramonto.Facendo leva sulle braccia che mi dolgono mi rialzo e piano piano riacquisto le forze,o almeno così mi sembra.Ricado a terra alzando ancora polvere.Mi trascino,e nel frattempo faccio cadere qualche nemico,fino una borraccia abbandonata.La apro e verso il suo contenuto sulla mano,acqua. Menomale,penso,ne bevo un po’ e poi me la verso sulle ferite.Questa volta riacquisto le forze veramente.Mi rialzo anche se ancora un po’ dolente e mi dirigo verso la battaglia.Di continuo nemici sciamano verso il villaggio,penso che mia madre è ancora là,e non posso lasciarla morire per mano dei nemici.Allora cavalco veloce verso il villaggio,mi faccio strada tra i nemici colpendoli sulla schiena con fendenti potenti e precisi.Non ce né uno che mi resista,nemmeno uno che si giri per combattere,quei vigliacchi sono troppo assetati dalla sete di saccheggio.Cambio strada e seguo un sentiero verso la mia casa,dove so di trovare mia madre.La vedo in lontananza fuori,aggredita da alcuni uomini che sono sul procinto di farle del male.Allora con un urlo mi lancio,non fanno in tempo a girarsi che sono già su di loro,non uso la spada,o l’ultimo giavellotto che mi è rimasto.Gli schiaccio la testa con i miei zoccoli,fino a quando il loro corpo non è un ammasso informe di carne e ossa spezzate.<Avanti prendi i bagagli,dobbiamo andarcene!>Urlo quasi,a mia madre che corre spaventata per recuperare i pochi bagagli. <Guardate,qui ce né un altro!> sento urlare da uno dei bastardi che si avvicina assieme ad altri nemici,la cattiveria sui loro volti li fa diventare ancora più ripugnanti.Prendo un barile pieno di liquido e lo lancio contro i primi che mi si avventano contro.Poi,sperando che sia liquido infiammabile gli lancio contro una torcia che illuminava l’entrata della mia capanna.I bastardi prendono fuoco,con un ghigno li osservo sofferenti bruciare,e avvicinarsi ai loro compagni per chiedere aiuto,dando fuoco anche a loro.Poi vedendo che non possono raggiungermi,scagliano ogni oggetto che trovano,solo le frecce mi raggiungono,ed una mi colpisce al fianco.Sento però un urlo straziante dietro di me.Una ha colpito mia madre al fianco,ma lei non ha la mia forza.La carico assieme ad alcuni bagagli e fuggo lontano,attraversando un piccolo sentiero.

    Cosa accade dopo?Bhe,sono riuscito a fuggire con mia madre sulle montagne vergini ancora da qualunque attacco degli invasori.Mia madre tuttavia non ha resistito molto ed è morta,ma prima di stramazzare mi ha rivelato il nome di mio padre,Galian,il loro era un amore illecito poiché lui era il figlio del re dei centauri,che sfruttando l’amicizia con un altro capo tribù del nord ha mandato via lmia madre e quindi anche me,nonostante nessuno ancora sapesse della mia esistenza.Mi disse inoltre di cercarlo verso sud.Da quel momento la mia vita è cambiata,in meglio o in peggio non so.Ho imparato per anni a stare a contatto con la natura che mi ha donato nuova vita,e soprattutto l’acqua.Quando mia madre è morta non ho fatto altro che metterla su una barca da me costruita,cospargerla di fronde di pino,darle fuoco e abbandonarla sull’acqua,perché la natura le potesse donare nuova vita.Ho meditato per anni sul da farsi,poi mi sono deciso ad andare in cerca di mio padre.Ho attraversato combattendo la mia antica terra,uccidendo chiunque si mettesse contro di me.E poi sono giunto qui nelle terre del sole,dove mia madre mi aveva detto di cercare.
    Per caso sai dove posso trovare un centauro di nome Galian?
    §-HELOAN TOR-§

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    Ascalyn
    Post: 37
    Utente Junior
    00 26/05/2010 21:15
    Richiesta OFF approvata
    Procedere in on con una ruol per l'ammissione effettiva
    [§ Il Giglio Nero - Ascalyn Syrus §]